Martedì, 30 Aprile 2024
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CRI: proclamato lo stato di agitazione

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Croce Rossa Italiana, proclamato lo stato di agitazione contro il decreto di riordino

Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Pa: “No alla privatizzazione, difendiamo i 4.000 posti di lavoro a rischio”

Presidi in tutta Italia. I sindacati non escludono lo sciopero: “Impensabile ridimensionare l’ente in piena emergenza terremoto”

Il giudizio sul decreto di riordino della Croce Rossa Italiana resta decisamente negativo e i sindacati proclamano lo stato di agitazione di tutto il personale.
Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa alzano il livello della mobilitazione e chiedono modifiche sostanziali ad un provvedimento che oltre a comportare la privatizzazione dell’ente, che dal 1° gennaio 2014 diventerebbe un’associazione privata, mette a rischio i servizi alla collettività e 4.000 posti di lavoro.
“E’ impensabile ridimensionare la Cri proprio nel momento in cui sta dimostrando di essere insostituibile. Siamo in piena emergenza terremoto, il personale della Croce rossa è sul territorio e sta dando il massimo per portare soccorso alle popolazioni colpite dal sisma. E a cosa pensa il governo? A mettere in atto una finta razionalizzazione dell’ente che ne indebolisce la capacità di azione e ne riduce ruolo e consistenza” attaccano Cgil Cisl e Uil.

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CRI: Incontro Ministero- Sindacati sul piano di riordino

COMUNICATO STAMPA

CRILa Cisl Fp: “No al ridimensionamento dell’ente, a rischio qualità dei servizi e 3.000 posti di lavoro”

“No al ridimensionamento della Croce Rossa Italiana, il progetto del governo mette a rischio qualità dei servizi e posti di lavoro”. La federazione del pubblico impiego Cisl esprime forte preoccupazione sul piano di riordino della Cri illustrato ieri dal ministro della Salute Renato Balduzzi ai sindacati. Un progetto che prevede la soppressione dell’attuale ente pubblico e il trasferimento delle funzioni ad una associazione di interesse pubblico con personalità giuridica di diritto privato.

“Abbiamo manifestato al ministro il nostro dissenso rispetto ad una scelta che può tradursi facilmente in un ridimensionamento del livello della qualità e quantità di servizi. Prestazioni che, interessando l’assistenza sociale ed il soccorso sanitario, sono vitali per le persone e le comunità. Siamo i primi a chiedere la riqualificazione della spesa pubblica e la riorganizzazione della Cri. Ma diciamo no ad operazioni draconiane, a tagli lineari di spesa e di posti di lavoro che finiscono per pesare sulla collettività più di quanto promettono di risparmiare: perché non tagliano costi inutili ma carne viva“.

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